Una nota del Professor Magnaghi dopo il Convegno Nazionale per le Alpi Apuane
Pubblichiamo con molto piacere questo bellissimo messaggio che ci manda il Professor Magnaghi dopo il convegno nazionale dello scorso 8 Novembre a Firenze.
"Invio questa mia nota per ringraziare Paolo Baldeschi e i membri della giunta della Rete dei comitati per la difesa del territorio che hanno attivamente lavorato al convegno di ieri sulle "Alpi Apuane un patrimonio unico e di tutti".
In particolare per il salto di qualità che si è compiuto con questa iniziativa nel progetto che la Rete ha attivato in questi anni. Già con il lungo lavoro di elaborazione del documento "Piattaforma Toscana" del 2013, partendo dalle esperienze e dai singoli conflitti dei comitati, si era attuata una sintesi programmatica che proponeva uno scenario strategico multisettoriale integrato per il governo del territorio della Toscana, improntato al "neoambientalismo".
Dunque dalla protesta alla proposta, fondata sui saperi e le mobilitazioni degli attori sociali del territorio.
Questo sviluppo del lavoro della rete si concretizzava poi nelle singole iniziative: ad esempio il convegno organizzato con il Comitato No tav di Firenze dove sono state sviluppate e articolate tecnicamente le proposte per le alternative di superficie della Tav e i progetti per il trasporto pubblico metropolitano.
Ma con il Convegno di ieri sulle Alpi Apuane si è realizzato un ulteriore e decisivo salto di qualità.
Cosa è successo? Semplicemente che gli abitanti/produttori del territorio della Apuane, i discendenti degli "apui" del Coraggio del pettirosso di Maurizio Maggiani, hanno raccontato la lunga marcia avviata per la riappropriazione del loro territorio, attraverso la costruzione della nuova comunità di cura del bene comune, contro gli espropriatori /distruttori delle multinazionali del marmo.
Una comunità integrata incentrata sulla "coscienza di luogo" e sul "lavoro ben fatto" , che cresce attivando relazioni fra nuovi agricoltori che vogliono nutrire gli abitanti della montagna e le città a valle, artigiani, agriturismi, operatori del turismo responsabile e del commercio, agenzie di sviluppo locale, escursionisti, speleologi, alpinisti, artisti accomunati dai saperi, l'amore e la cura dei luoghi.
Una comunità complessa, articolata, composta da attori socieconomici e culturali che, a partire dai saperi contestuali, mettono in atto filiere integrate caratterizzate dalla auto-valorizzazione del patrimonio ambientale territoriale e paesaggistico, dal settore primario al terziario avanzato.
Il ripopolamento delle Apuane: ecco la strategia vincente per la quale possono essere utili le mobilitazioni delle associazioni ambientaliste, le regole d'uso del territorio del piano paesaggistico, i finanziamenti delle istituzioni, un parco che funzioni e cosi via: attraverso la crescita di un soggetto di autogoverno sociale del bene comune cui riferire le azioni "esterne" di sostegno.
Questo evento, la rinascita della comunità delle Apuane, è la possibilità concreta di una lotta vincente, anche se lunga e difficile, sia per superare la riduzione dei loro abitanti a marginalità culturale, sociale e politica e del loro territorio a terreno di conquista delle multinazionali del marmo, sia per affrontare le contraddizioni con i piccoli comuni e frazioni in cui le attività estrattive costituiscono ancora la principale fonte di reddito.
Dunque a chi appartengono le Apuane e il loro paesaggio? Come bene comune dell'umanità a tutti. Ma come proprietà collettiva a chi se ne prende direttamente cura, contro la loro distruzione, per ridare alle Apuane la loro centralità e la loro bellezza unica al mondo.
Il convegno di ieri ha evidenziato a tutti noi questo salto di qualità possibile nell'azione della Rete e delle altre associazioni: non più solo un confronto conflittuale fra associazioni, comitati, poteri economici e istituzioni, ma sopratutto un attento e quotidiano lavoro per rafforzare le comunità locali allo stato nascente che si prendono cura del proprio territorio.
In questi nuovi compiti vengono forse anche in evidenza nuovi ruoli e forme della militanza sociale post-partitica.
Cari saluti
Alberto Magnaghi"
Ricordiamo che il Professor Magnaghi è Presidente dell'illustre Società dei Territorialisti oltre che eminente Professore a questo link il suo CV http://www.lapei.it/public/2010/05/Curriculum-Magnaghi-2010.pdf