Di seguito la traduzione dell'articolo uscito su Newsweek una delle più importanti testate giornalistiche al mondo, la traduzione non è perfetta e serve solo per far capire il senso. A questo link l'articolo originale http://www.newsweek.com/2015/04/03/bin-ladens-and-tuscan-city-destroyed-marble-317224.html

di Veronique Mistiaen e Chiara Briganti

Una mattina, i cittadini di questa piccola città Toscana, nascosta sul versante ovest delle Alpi Apuane nell' Italia Nord, si sono svegliati nel mezzo di una strana protesta. Cartelloni di protesta con lettere rosso sangue sono apparsi durante la notte sulle statue della città. "Mi hanno preso anche le mutande", si leggeva nel cartello al collo della Moretta; "le cave ai carrarini" urlava il cartello sul cuore dell'anarchico Alberto Meschi, uno dei figli più famosi della città, che lottò per migliorare le condizioni e i diritti dei cavatori. Alcune ore dopo tutti i cartelli sono stati rapidamente rimossi.

Carrara è la casa del più grande bacino di marmo al mondo, formatosi nelle Alpi Apuane più di 200 milioni di anni fa. Dall'alto, le montagne di marmo sembrano ricoperte di neve. Da vicino, le alte pareti verticali e le giganti bancate dell'escavazione a cielo aperto sono come colossali cattedrali in un paesaggio lunare. Il paesaggio ha fatto da sfondo ad un inseguimento di macchine nel film di james bond del 2008 "Quantum of Solace".

Queste cave sono state scavate fin dal tempo dei romani. Sotto l'impero di Augusto, gli schivi vi lavoravano dal primo secolo AC, così che le ricche ville e monumenti pubblici - inclusa la colonna di Traiano e parte del Patheon romano - potessero essere ricoperte col più bianco e più ricercato dei marmi al mondo. Alcune cave portano ancora i segni degli scalpelli degli schiavi.

Michelangelo venne qui intorno al sedicesimo secolo per selezionare il materiale per le sue statue, il  David e la Pietà. Da Henry Moore a Louise Bourgeois fino a Isamu Noguchi, innumerevoli altri artisti nei secoli dai vari continenti sono rimasti stregati da queste pietre. I Duomo di Firenze e Siena, il Museo Hermitage di St Petersburg, l' Arco marmoreo di Londra e il Kennedy Centre di Washington sono tutti fatti con il celebre marmo.

LA MALEDIZIONE DELL' ORO BIANCO

Per secoli, il marmo di Carrara è stato la spina dorsale per l'economia di questa area e il suo orgoglio. Ma oggi è divenuto una vera e propria maledizione. L'insostituibile pietra viene svenduta, la maggior parte dei lavboratori del marmo sono scomparsi; un mestiere antico sta scomparendo e l'ambiente distrutto.

Questo è un giro d'affari di circa 7-800milioni, secondo la Guardia di Finanza, che sta esaminando i bilanci delle industrie. I soli beneficiari, tuttavia, sono  poche e potenti famiglie e aziende, mentre il resto della città è degradato dagli effetti collaterali dell'escavazione - specialmente le polveri e le inondazioni. 

Nonostante le sue straordinarie risorse naturali, Carrara, una cittadini di 66.000 abitanti, è una delle città più povere della Toscana e una delle più indebitate della nazione. Le strade sono costellate di edifici abbandonati e, da anni, le impalcature nascondo hotel e teatri ( incluso quello dove proprio PUccini diresse la Tosca) perchè non ci sono soldi pubblici per completare i restauri. Fino ad oggi, l'amministrazione locale non ha preso alcuna misura per "toccare i privilegi del pianeta marmo" come afferma il giornalista locale Massimo Braglia. 

Ma oggi per la prima volta in secoli, le persone di Carrara, così come le vicine piccole cittadine come Massa, Seravezza e Pietrasanta, stanno lottando. Negli ultimi anni, hanno firmato petizioni, organizzato incontri e manifestazioni e portato le loro ragioni in tribunale e nei palazzi del governo regionale.

L'ultima rivolta carrarina fu nel 1894, dice uno storico locale Beniamino Gemignani. In quella occasione, 454 persone sono state condannate con dure sentenze per aver affermato che il marmo appartiene alla città e non ad un pugno di famiglie. "quella fu la volta che il sentimento fu espresso pubblicamente" continua Gemignani. "Ma non è morto, ha dimorato nell'inconsio della città. E ora sta di nuovo emergendo - forte e chiaro".

Questa volta il popolo di Carrara potrebbe essere ascoltato. Il 10 di Marzo, contro ogni previsione, il Consiglio della Regione Toscana ha passato una legge che dovrebbe riportare valore alla città, ma i residenti mantengono un sarcastico ottimismo dicendo che non sarebbe la prima volta che le leggi vengono ignorate o indebolite da scappatoie.

BIN LADEN ACQUISTA LA TOSCANA

"il Marmo è nel DNA del popolo di Carrara," dice Gemignani. "Rappresenta la nostra storia, le nostre conoscenze e anche le nostre ferite (date dal lavoro del marmo). Un patto di reciproco rispetto legava le persone alle loro montagne... Ma ora si è perso tutto."

Il patto è stato rotto dalla globalizzazione, i mercati forzano nuovi metodi di escavaziuone. Nel 1920, meno di 100.000 tonnellate all' anno venivano estratte dalle cave. Oggi, figurano più di 5 milioni di tonnellate, perchè i baroni locali del marmo provano a competere con i produttori cinesi, russi e indiani scavando le montagne ad un ritmo incessante, usando seghe con filo diamantato e giganti ruspe meccaniche.

I redidenti obiettano che l' insaziabile richiesta in quantità sta svalutando la pietra - vendere la pietra a stock per decorare edifici e non come medium per l'arte. Quando la scorsa estate, la famiglia Bin Laden è entrata silenziosamente in questa industria, ha confermato le paure dei locali. In Agosto, CPC Marble and Granite Ltd, azienda costituita dai fratelli e cugini del deceduto leader di Al-Quaida, Osama bin Laden, pagò circa 45 milioni di euro per acquisire il 7,5% delle concessioni delle 81 cave attive di Carrara (ci sono altre 100 cave in città).

il Conglomerato controlla già 26 cave in giro per il mondo ed ha avuto relaizoni commerciali di lunga durata con gli industriali del marmo di Carrara. Questa operazione ha assicurato il pieano controllo sulla fornitura del "bianco di Carrara" che sta vivendo una nuova epoca d'oro in Arabia Saudita, così come in Cina e India.

L'accordo segna per la prima volta un gruppo straniero - soprattutto con un nome così importante - possiede azioni nel distretto marmifero di carrara. Alcuni hanno salutato la notizia con incredulità, lamentando "l'arabizzazione delle cave di Michelangelo", altri invece hanno salutato la cosa con ottimismo pensando che arriveranno milioni di euro di investimenti, che amplieranno l'occupazione.

"l' accordo dimostra solo che le famiglie locali del marmo non si sono preoccupate troppo di proteggere le montagne di Michelangelo," dice Eros Tetti, 37, fondatore di un' associazione per proteggere le montagne. "Lasciano entrare compagnie straniere a portar via le nostre risorse. Il marmo di Carrara è uno dei più preziosi al mondo. Per la sua morbidezza ed è meglio usarlo per produrre staue e opere artistiche. Non vogliamo che venga portato via per fare grattacieli in Arabia Saudita, vogliamo che resti qui per fare arte."

Il Sindaco Angelo Zubbani, invece, supporta con entusiasmo l'arrivo. Dice di essere "ottimista" e che questo creerà nuovo lavoro tanto necessario a Carrara ed è sicuro che l'azienda lavorerà il marmo sul territorio, anche se al momento ancora nessun piano industriale è stato presentato. Nel solo 2013, sottolinea il Sindaco, il gruppo ha piazzato un ordine di circa 40 milioni di euro ed ha usato le segherie locali per fare lastre dai blocchi. In una città colpita duramente dalla recessione questo è un argomento valido.

 

"La cosa strana non è che la famiglia Bin Laden abbia acquistato le concessioni delle cave, ma che questo non giochi alcun ruolo nella protesta che sta montando," riflette Gemignani. E', aggiunge, " più una sorta di disicantamento e rabbia con i baroni del marmo e l'amministrazione locale che le persone credono che ogni intervento è preferibile allo status quo". 

Lo status quo non ci parla bene delle aziende locali e dell'amministrazione. i Concessionari del marmo pagano l'8% del valore medio della pietra scavata. Nel mese di Maggio, il Sindaco, il consiglio cittadino e rappresentanti delle associzioni industriali andranno in Corte per sapere se saranno rinviati a giudizio per essersi accordati presumibilmente che nel 2009 hanno stiamto le tasse su valori più bassi rispetto al valore di mercato della pietra, una mossa che potrebbe essere costata alla città circa 25 milioni di euro. 

Alcune aziende sono riuscite a evitare il canone di concessione , invocando un' antica legge. Nel 1751 , Maria Teresa d'Este , duchessa di Massa e Carrara  proprietaria del terreno , concesse alle famiglie locali il diritto di sfruttare le cave e trasmettere la concessione ai loro discendenti . Per 264 anni , il 30 % delle cave sono state sottomesse a questa legge arcaica; sono trattati come proprietà privata e non pagano le tasse. Alcuni dei concessionari sono anche indagati per un flusso enorme di denaro da Carrara in imprese straniere e banche svizzere , e per la sistematica sottofatturazione del marmo . L'indagine ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio di 59 imprenditori.

LA MORTE DI UN' ARTE 

Fabrizio Lorenzani , 52 , scultore e insegnante unica scuola in marmo del paese , chiude la porta per l'ultima volta dello studio dove lui e sua moglie hanno trascorso anni di lavoro . Il suo è l'ultimo studio nella zona ad  essere stato trasformato in un magazzino per conservare i blocchi di marmo in attesa di spedizione. " Il nostro era un posto per sognare ... E ora non c'è più . La città del marmo di Michelangelo non ha spazio per i suoi artisti ", dice.

Al volgere del secolo , Carrara è stata uno delle città più in rapida crescita d'Italia - un vivace centro di cultura e di arte , nota in tutto il mondo non solo per il suo marmo eccezionale , ma anche per i suoi maestri scultori , artigiani e scalpellini . Formatosi all'Accademia della città di Belle Arti ( la più antica d'Italia ) e la presso la Scuola di marmo , hanno eseguito le commissioni originali per artisti di fama , riprodotte copie di capolavori e resi oggetti decorativi. La maggior parte dei camini in marmo di Londra sono stati effettuati in laboratori di Carrara - compresi quelli al 10 di Downing Street ...

Così famosi erano gli artigiani di Carrara che il marmo , granito e onice cavato in tutto il mondo veniva  portato lì per essere modellato e lucidato in lastre di rivestimento architettonico e pavimentazione , e per la scultura in oggetti decorativi . Gli imprenditori del marmo investivano nella città , la costruzione di teatri e ospedali, sviluppo delle competenze , infrastrutture e nuove tecnologie . C'era la disuguaglianza sociale , il lavoro di cava era pericoloso e lavoratori sono stati sfruttati , ma la maggior parte delle persone sono stati impiegati in qualche modo nel settore - estrazione, lavorazione , trasporto, trasformazione e produzione di lavori artistici.

l destino di Carrara ha cominciato a cambiare dopo la seconda guerra mondiale . Le cave erano in nuove mani - alcuni perché il leader fascista Benito Mussolini le aveva tolte dalle vecchie famiglie , altri semplicemente attraverso il cambiamento generazionale . Le nuove tecnologie hanno drasticamente aumentato la produzione , riducendo la forza lavoro . Tuttavia , per tutto il 1950 , circa 16.000 persone venivano impiegate nelle cave e molti altri in attività correlate.

Oggi , meno di 1.000 persone lavorano nelle cave e l'industria in generale impiega appena il 7-10% della popolazione della regione . Solo una manciata di laboratori e studi rimangono in città dove il marmo di Carrara è finito raramente , perchè lavorarlo all'estero è più conveniente . I baroni del marmo moderni e le multinazionali non sono interessati a investire di nuovo in città e formare  nuove generazioni di artigiani - le competenze sviluppate nel corso di marmo generazioni sta rapidamente scomparendo.

Lorenzani e sua moglie hanno ancora trovato un nuovo studio e la Scuola di marmo dove insegna - l'unico nel paese - ha solo 80 studenti iscritti quest'anno , molti dei quali non sono locali.

 

MONTAGNE E MEMORIE

"Ogni volta che guardo le nostre montagne , vedo sempre più distruzione : le loro forme sono alterate , I loro picchi stanno scomparendo ", dice Eros Tetti , fondatore del gruppo Salviamo le Apuane nel 2009. L'associazione , che ora ha più di 10.500 membri , ha studiato l'impatto delle cave e un progetto per la conservazione del patrimonio naturale e culturale dell' area.

" Quando distruggono il paesaggio , distruggono gran parte della nostra vita e del nostro passato . Se si cammina sulle nostre montagne , vedrete che le persone non ci lavorano e non ci vivono più. Turismo e gastronomia era  parte principale della nostra economia , ma ora è tutto andato a causa delle cave ."

 

Le moderne tecniche di estrazione non solo hanno aumentato l' estrazione del marmo , ma anche la quantità di pietre rotti e detriti generati nel processo . Dei cinque milioni di tonnellate di marmo estratto ogni anno , solo 1,2 milioni è fatto di blocchi ; i restanti 3,8 milioni sono frammenti . Le aziende estrattive usavano sversare questi detriti lungo i fianchi delle montagne , "questo è ciò che le dipinge di bianco" , ma nei primi anni 1990 multinazionali come Omya dalla Svizzera e Imerys dalla Francia  hanno scoperto che, lungi dall'essere dei rifiuti , questi sottoprodotti valevano fortuna , una volta pulita dalla terra e ridotta in una polvere finissima.

La polvere , il carbonato di calcio , è usato come migliorativo in tutto dai dentifrici, cosmetici e prodotti alimentari per dipingere e carta . Mentre il più costoso più puro marmo bianco statuario vale tra € 2.700 e € 3.000 a tonnellata , i rendimenti di carbonato di calcio trasformato più di 9.800 € per 100 kg sul mercato azionario inglese. E costa a queste multinazionali appena 4,20 € a tonnellata . Poiché i detriti sono così preziosi , non vi è alcun incentivo a tagliare attentamente i blocchi di marmo . Ogni giorno , da 500 a 800 blocchi di marmo supercamion trasportano frammenti di cave per verso il porto e gli impianti di trasformazione .

Gli ambientalisti temono che questo sfruttamento sfrenato stia irrimediabilmente mutilando le loro montagne . Nel 2011 , un' area di 40.000 ettari tra le province di Massa - Carrara e Lucca nelle Alpi Apuane è stata dichiarata geoparco UNESCO per proteggere la fauna e la flora e il suo unico paesaggio geologico con crepacci profondi e una fitta rete di grotte e carsismo . Eppure ci sono ancora circa 50 cave attive in quell'area, in violazione della legge.

"Anche Focolaccia , il passo più alto delle Apuane , tra il Monte Cavallo e il Monte Tambura , è ora una cava aperta - la strada del sale era su quel percorso e attraversava il Passo ", dice Tetti.

Inoltre , l'escavazione intensiva colpisce i cicli idrogeologici e destabilizza le montagne , e scarti di marmo finiscono nei corsi d'acqua . Il fiume Carrione , che scorre attraverso molte cave , ora è soffocato dai detriti , che causano inondazioni devastanti. 

Nel 2014 , il consiglio regionale della Toscana ha adottato il piano paesaggistico , sulla base di un diverso concetto di governance territoriale . L' idea era quella di evitare che la Carrarizzazione del resto delle Alpi Apuane e chiede la graduale chiusura delle cave nel geoparco , il divieto di scavo sopra 1.200 e fonti d'acqua vicino , e la sostituzione delle miniere nel parco con un'economia sostenibile , a beneficio di tutta la comunità .

Come risultato di attività di lobby aggressiva da parte delle imprese di marmo della zona, una versione annacquata è ora in fase di discussione . "Anche la regione è intimidita dai baroni di marmo ", dice Riccardo Canesi , 58 , un geografo e ex segretario generale del Ministero dell'Ambiente. 

LA DISTRUZIONE NEI LIBRI DI TESTO

" Carrara verrà studiata nei libri di testo nel futuro come un primo esempio di regressione economica e ambientale : un secolo fa , abbiamo avuto l'intera catena produttiva del marmo ( estrazione, lavorazione , trasformazione e artigianato artistico sul posto) , ora abbiamo una monocultura mineraria finalizzata esclusivamente all'estrazione di massa e l'esportazione del marmo grezzo , e , peggio ancora del carbonato di calcio. E' incredibile trovare all'alba del terzo millennio , all'interno  dell'ottava economia del pianeta, un tale esempio sconvolgente di economia di stile coloniale protoindustriale ", dice Canesi .

Il 10 marzo , invece , il consiglio regionale della Toscana ha approvato una legge che potrebbe cambiare la previsione di Canesi  . La legge dichiara che i bacini di marmo "proprietà indisponibile " dei cittadini di Carrara , esauriscano il vecchio privilegio degli Este . Inoltre , tutte le concessioni di cava verranno progressivamente riassegnati solo a coloro che si impegnano a lavorare a livello locale almeno il 50 % del marmo estratto.

Questo potrebbe essere una decisione epocale , e la reazione degli industriali è stata esplosiva - furioso , stordito , incapaci di immaginare che le loro cave potrebbero essere messe all'asta. I loro avvocati si stanno già preparando per il contenzioso.

Carrara potrebbe gioire , se il suo popolo non fosse diventato prudente con l'esperienza . I tentativi passati di legiferare sul marmo sono stati silenziosamente licenziati attraverso una serie di modifiche a favore degli industriali. Ora , con il peso combinato dell'Europa e della Regione appoggiato su di lui , il sindaco ha dichiarato il suo impegno a restituire le cave alla città . Tuttavia , aggirando i regolamenti UE , la Regione ha già permesso estensioni all'applicazione di questa nuova legge per un minimo di sette a un massimo di 25 anni.

Riuscirà Carrara a vedere più di qualche briciola da un volume d'affari stimato a quasi € 800 l'anno ? Ci saranno posti di lavoro per il suo popolo ? Avranno di nuovo i loro teatri, i loro atelier occupati , un fiume che scorre , ma non uccide ? Saranno in grado di stare tranquilli che le loro montagne non si esauriscono a un ritmo frenetico e trasportate , in blocco , in altre parti del mondo ?